La fotografia non è mai stata così condivisa come in questi anni
La fotografia, negli ultimi 20 anni ha avuto dei mutamenti enormi. Si è assistito agli inizi del nuovo millennio ad un graduale passaggio dalla pellicola al digitale, tanto che ora la pellicola è praticamente morta, infatti i nuovi adolescenti (i cosiddetti digital native) non ne hanno sicuramente mai visto una. Negli ultimissimi anni invece assistiamo ad un altro fenomeno, ovvero quello della condivisione delle fotografie e soprattutto della fotografia realizzata con gli smartphone.
Da una parte la fotografia non è mai stata così diffusa come oggi: fotografiamo tutto, dal piatto del ristorante, alla gente per strada, dalla spiaggia mentre siamo su un lettino alla moda dei selfie (che peraltro ci sono sempre stati, solo che non li chiamavamo così, ma semplicemente autoscatti). Ma lo sapete quante fotografie vengono scattate ogni anno? Nel 2019 sono state scattate 1.420 miliardi di foto!
La grande diffusione della fotografia (per ora vediamola come un fatto positivo) si è avuta, non tanto per la diffusione degli smartphone, ma grazie ai Social Network che hanno permesso la condivisione delle foto. Neanche il tempo di finire lo scatto che la nostra immagine viaggia sui Social Network in tutto il mondo, quelli che più amiamo, dove abbiamo deciso di condividere, quindi dal classico Facebook, al più intrigante Twitter oppure dal più semplice ed originale Instagram. Ma non sono solo questi i soli social dove si possono condividere le foto … tanto per nominarne altri: Pinterest, Tumblr, Flickr, ecc… Quale è il migliore? Credo non ne esista uno migliore, quello che conta è far emozionare ed ognuno di noi può affezionarsi ai Social che più gli si addicono e anche condividere contemporaneamente in un istante. Quindi, se tutto questo potrebbe essere positivo per la fotografia, mi viene spontanea una riflessione non tanto positiva: non è che anche la fotografia è diventata un bene di consumo e non un opera d’ingegno, non è che sia diventata un’autocelebrazione di se stessi invece della rappresentazione della realtà, non è che sia diventata un artefatto realizzato con mille filtri e non un gioco di luci e colori? Difficile rispondere, sicuramente il mondo continuerà a dividersi tra chi riesce a fotografare e chi ci prova.
Anton Sessa